La cucina del nostro agriturismo utilizza soprattutto prodotti lavorati o coltivati all’interno dell’azienda e proposti ai nostri clienti durante la stagione.
Produciamo dell’ottimo olio extravergine di oliva, che usiamo come ingrediente fondamentale per l’elaborazione delle ricette tipiche locali.
Anche le olive che serviamo provengono dal nostro oliveto e buona parte della frutta e delle verdure che mettiamo in tavola viene coltivata nell’azienda. La pasta è fatta a mano, ancora come una volta e mantiene quei sapori che vanno scomparendo con l’omologazione delle produzioni industriali. Prepariamo “Sos macarrones de punzu”, conosciuti universalmente come malloreddos (dal termine campidanese), che serviamo cucinati in modo semplice e conditi con sughi di carne; “Sos anzelotos de recotu” (ravioli di ricotta), ottenuti con una sfoglia sottile ripiena di bietole e ricotta; anche “Sos anzelotos de casu” (ravioli di formaggio), sono fatti a mano e ripieni di formaggio fresco, cotti in abbondante acqua salata, serviti con un sugo di carne e spolverati di pecorino. Su pane vratàtu, o pane vratàu (letteralmente significherebbe pane macinato) si realizza disponendo a strati su un piatto i fogli di pane carasau precedentemente immersi nel brodo di carne; il pane, ammorbidito dall’acqua, viene ricoperto con sugo di carne, cosparso di pecorino e servito impiattato.
Sa Supa Siniscolesa, uno dei piatti più affascinanti della nostra tradizione, preparato con pane raffermo, brodo e sugo di pecora, anticamente si serviva in occasione dei matrimoni.
Ancora oggi, il giovedì, il fornaio impasta Sa Lorica, un pane cilindrico che si taglia a rondelle e si utilizza come base per Sa Supa. Le rondelle di pane vengono disposte a strati in una pentola adatta a sopportare alte temperature, irrorate con un brodo di pecora molto saporito e speziato, coperte con del sugo di carne di pecora non eccessivamente concentrato e con formaggio pecorino ben stagionato sino o a colmarla. La cottura è lunga e complessa: il fondo della pentola viene appoggiato sulle braci incandescenti e contemporaneamente si ricopre con le braci alche il coperchio della pentola. Il risultato è un piatto dal sapore forte e deciso che si accompagna perfettamente con un vino di media robustezza, preferibilmente Cannonau.
La carne di porcetto da latte, viene arrostita allo spiedo per circa 3, 4 ore e servita in Sos Ajones (contenitori concavi di sughero) o in Sos Tazeris (recipienti in legno di olivastro), su un letto di germogli di mirto o rosmarino, che ne esalta il profumo. L’unica aggiunta in cottura è il sale. Il sapore in bocca è delicato e morbido, la cotenna croccante. Inutile dire che l’accompagnamento ideale è con un vino abbastanza duro, come un cannonau riserva.
La carne di pecora viene fatta bollire con cipolle, patate, verze e sedani. La cottura dura qualche ora ed è meno elaborata di quella del porcetto, ma il sapore è molto più intenso. Il pane carasau bagnato nel brodo si accompagna perfettamente con la carne e le patate, abbondantemente salate. Con la carne di pecora è preferibile abbinare un vino più morbido, magari un Carignano del Sulcis.
Il vino cannonau è di nostra produzione, e quest’anno, per la prima volta, abbiamo prodotto anche del Vermentino (vino bianco, unica DOCG della Sardegna). Proponiamo comunque anche una buona carta di vini sardi, che permette agli ospiti di avvicinarsi ai vitigni autoctoni e alle sperimentazioni.


Porcetti, agnelli arrosto e supa siniscolesa in cottura


Il nostro antipasto


Le verdure


Sa supa siniscolesa, a fine cottura

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